Introduzione alla BioPsicoQuantistica
Secondo i dettami della medicina tradizionale, per trovare la soluzione e arginare il male, la diagnosi e la terapia devono concentrarsi sul sintomo (ciò che è osservabile).
E se il sintomo fosse solo la punta visibile di un iceberg? E se davvero valessero le nuove teorie per cui i principi che reggono la scienza dell’osservazione sono più che opinabili?
La malattia, che noi riteniamo appartenere e costituire una piccola parte del complesso processo biologico di guarigione, è per il terapeuta prima e la persona poi come Medusa: una diagnosi infausta suona come un anatema che impietrisce, una sentenza senza senso: non comprendendone i motivi, la malattia è equiparata ad una casuale sventura.
Questo approccio mette a rischio il benessere e, a seconda dei casi, la sopravvivenza del soggetto; perché genera paure e reazioni organiche tali da poter bastare esse stesse a creare danni gravissimi.
Dopo anni di studi, ricerche e applicazioni sul campo, ho messo a punto una tecnica che mira alla guarigione globale della persona guidata attraverso un’esperienza di vita che vale, prima di tutto, come percorso di crescita personale: è la BioPsicoQuantistica.
Il presente lavoro ha come unico fine quello di introdurre la materia e solo con indirizzo specifico sui DCA: non entrerò nel merito delle applicazioni (sto preparando un ponderoso volume in argomento) e dopo aver proposto fondamentali cenni di filosofia olistica, descriverò le logiche operative che utilizza e i principi su cui si basa.
Il primo è quello per cui, valutata l’imprescindibilità dell’aspetto biologico, di quello psicologico e di quello quantistico, ritengo che qualsiasi approccio che si concentri su una sola delle tre dimensioni non si possa in nessun caso considerare completo ed esauriente. Le dimensioni descritte, poi, non sono che diversi aspetti di un singolo: sono sempre interfacciate e connesse (ha senso separarle solo per fini didattici).
In base ai meccanismi che normano l’evoluzione della specie e alle proprietà reattive nello spazio e nel tempo dell’individuo, prendo in considerazione le motivazioni biologiche che portano l’uomo a reagire proprio in quel modo ad una sollecitazione specifica.
Mi concentro sull’ atto di volontà, inteso come compito ed impegno attivo nel percorso di cambiamento della propria realtà e della propria crescita (in ossequio alle nuove teorie per cui meccanismi intellettuali o schemi comportamentali fissi sembrano portare a modificazioni genetiche, se fortemente reiterati).
Mi misuro con un approccio completamente nuovo che permette di vedere sotto una diversa luce lo schema-uomo e, quindi, le sue vie di guarigione: per la quantistica, la struttura (che è parte della materia) è composta da un’insieme di frequenze che si relazionano tra loro per costituire specifici campi di pensiero: la struttura acquisisce una forma specifica proprio per assolvere ad una specifica funzione.
14 anni nello studio di temi e argomenti utili per cercare di comprendere i sistemi che sono alla base del funzionamento dell’essere umano, riflessioni, approfondimenti e casi pratici mi hanno condotto alla compilazione di un metodo complessivo, la BioPsicoQuantistica, utile per intendere e spiegare i meccanismi che intervengono nell’insorgenza delle malattie o dei disagi e cercare soluzioni generali.
Per curare definitivamente un disagio è necessario affrontarlo olisticamente (prendendo in considerazione la multidimensionalità umana); questo metodo intende farlo più di ogni altro finora applicato.
Per far ciò, si avvale di numerosi strumenti, generalmente validati dalla scienza (alcuni non lo sono perché ancora al vaglio o perché capaci di intaccare significativamente specifici potentati economici, per essere più pratici).
Il nome BioPsicoQuantistica fa riferimento alla tre aree che compongono il sistema e denotano l’approccio:
– la biologia (dal greco βιολογία, βίος, bìos = vita e λόγος, lògos = nel senso di studio) è la scienza che studia tutto ciò che riguarda la vita. Tramite continua evoluzione, la biologia dei corpi si adatta alle caratteristiche dell’ambiente esterno, soprattutto per superare gli ostacoli che tali mutevoli condizioni possono casualmente comportare; data questa premessa, è lecito ipotizzare che, nel microcosmo di ogni individuo, un qualsiasi disagio (disfunzione e malattia) possa essere considerato come una reazione evolutiva che insorge al fine di riportare il sistema-uomo in equilibrio;
– la scienza psicologica studia il comportamento degli individui e i loro processi mentali; lo studio riguarda le dinamiche interne dell’individuo, i rapporti che intercorrono tra quest’ultimo e l’ambiente, il comportamento umano ed i processi mentali che intercorrono tra gli stimoli sensoriali e le relative risposte.
Secondo Jean Piaget, sono due i meccanismi fondamentali dello sviluppo cognitivo: assimilazione e accomodamento; egli afferma che la conoscenza viene costruita grazie all’interazione tra il bambino e l’ambiente: ogni volta che un bambino si imbatte in una nuova esperienza (ad una esperienza che, cioè, non corrisponde alle strutture mentali di cui dispone), assimilazione, si trova in una condizione di disequilibrio a cui pone rimedio attribuendo un significato ai suoi occhi sufficiente per riportarlo in una situazione di equilibrio-accomodamento (il riassetto è peraltro possibile solo se l’evento non è troppo discrepante dalla sua realtà). Qualora il bambino assimili ma non riesce ad accomodare l’evento, va in una condizione di squilibrio che costituirà la base del disagio. Questo processo continua ad essere utilizzato anche dagli adulti e per tutta la vita.
Nel metodo utilizzo modelli che derivano dai concetti di memorizzazione, attenzione e percezione;
– la meccanica quantistica è una teoria fisica che si è sviluppata e consolidata nella prima metà del XX secolo per supplire all’inadeguatezza della fisica classica nello spiegare fenomeni e proprietà quali la radiazione di corpo nero, l’effetto fotoelettrico, il calore specifico dei solidi, gli spettri atomici, la stabilità degli atomi. Come caratteristica fondamentale, la meccanica quantistica descrive la radiazionee la materiasia come un fenomeno ondulatorio che allo stesso tempo come entità particellari, al contrario della meccanica classica dove per esempio la luce è descritta solo come un’onda o l’elettrone solo come una particella. Questa inaspettata e contro intuitiva proprietà, chiamata dualismo onda-particella,è la principale ragione del fallimento di tutte le teorie classiche sviluppate fino al XIX secolo. La relazione fra la natura ondulatoria e quella corpuscolare delle particelle è formulata nel principio di indeterminazione di Heisenberg.
Tutto ciò che ha peso e massa è sottoposto alla legge della relatività di Einstein; anche il nostro corpo; ma la mente? Tra la fine degli anni ‘60 e l’inizio degli anni ‘70, Karl Pribram (Università di Stanford) e David Bhom hanno dimostrato che la mente è olografica e che, quindi, il nostro cervello pensa olograficamente. Questo comporta che le particelle implicate in questa funzione non siano normate dalla fisica della relatività ma da quella quantistica, in quanto prive di peso e per il fatto di viaggiare a velocità molto superiori a quella della luce.
Tutto ciò che viaggia ad una velocità inferiore a quella della luce, può essere misurato e pesato e segue, quindi, le leggi della fisica della relatività; tutto ciò che viaggia ad una velocità superiore a quella della luce, non può essere misurato e nemmeno pesato e segue, quindi, le leggi della fisica quantistica. Il nostro pensiero viaggia ad una velocità molto superiore a quella della luce.
Diffido dal giudicare poco scientifiche affermazioni di questo genere, ricordando che, ancora oggi, siamo in grado di osservare una piccolissima parte della realtà che ci circonda.
La mia ricerca è partita dallo studio attento e minuzioso dell’anatomia e della fisiologia; ho approfondito, poi, la psicologia e solo successivamente ho iniziato a riflettere sulle scienze considerate ermetiche (anatomia energetica, medicina tradizionale cinese, cimatica, medicina energetica, fisica quantistica e geometria aurea); sono giunto alla BioPsicoQuantistica, dopo aver capito che nessun approccio unidimensionale può essere sufficiente per spiegare in assoluto il sistema-uomo e le sue variazioni.
“Introduzione alla BioPsicoQuantistica” vuole essere un opuscolo, un piccolo manuale introduttivo di una disciplina che si pone come strumento utile per la cura del disagio (malattia) e, soprattutto, per la crescita e l’evoluzione personale, alla base di un riequilibrio definitivo e volto all’autonomia dell’essere umano.
Leggi anche: Corso di Formazione ECM, Obesità e DCA, 21-22 Marzo 2020
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Dott. Natale Petti, Psicologo e Naturopata