L’obesità e i disordini dell’alimentazione: i nuovi linguaggi del corpo e delle emozioni
L’obesità ed i disordini del comportamento alimentare e del peso (anoressia, bulimia,disturbi non altrimenti specificati, disturbo da alimentazione incontrollata, ortoressia, vigoressia) rappresentano oggi un problema di salute estremamente frequente nelle popolazioni occidentali, in particolare negli adolescenti e nei giovani, e si caratterizzano per avere un notevole impatto in termini di costi socio-sanitari ed economici. E’ stato calcolato che circa il 5% delle donne e una buona percentuale di maschi (rapporto (1:9) è affetta da un disturbo dell’alimentazione e che il 40% e il 10% rispettivamente dell’intera popolazione italiana sono affetti da sovrappeso e obesità.
La comprensione di questo fenomeno è possibile solo attraverso un’attenta analisi dei fattori di rischio socio-culturali, individuali e familiari.
L’aspetto centrale e determinante della psicopatologia dell’obesità e dei DCA è basato su un alterato rapporto fra cibo, peso, immagine corporea ed emozioni.
I nuovi modelli culturali di riferimento hanno creato ed enfatizzano una sorta di status alimentare e fisico come parte fondante di uno stile di vita post-moderno, allegro e di successo spingendo le persone e gli adolescenti, in particolare, alla competizione permanente, alla corsa verso la performance, al primato dell’azione sulla riflessione e sui rapporti affettivi, alla glorificazione del corpo e delle apparenze. I messaggi della moda e della pubblicità orientano verso una sessualità voyeristica ed esibizionista e un corpo scolpito o magro, asciutto, androgino assunto come modelli da perseguire per cui il corpo diventa l’oggetto delle emozioni più forti, oggetto d’amore o, all’opposto, d’odio. Spesso il divario tra il corpo che si desidererebbe avere e quello reale è troppo grande per cui esso finisce per rappresentare soltanto un “peso” e il suo controllo continuo diventa lo strumento raffinato di una violenta manipolazione che frequentemente porta a sviluppare un disordine dell’alimentazione o del peso.
Reti sociali localizzate e microambienti, come la scuola, i vicini e i gruppi dei pari, sembrano giocare un ruolo importante nel trasmettere e rinforzare l’ideale di magrezza e di controllo del peso, del corpo e dell’alimentazione come valori di riferimento e contribuiscono così in modo determinante nell’aumentare il rischio di sviluppare insoddisfazione corporea, disturbi alimentari e ricorso alle diete.
Studi recenti hanno confermato l’osservazione originale di Garner e Garfinkel , trovando un più alto tasso di problemi alimentari e preoccupazioni per il peso nelle persone che ricevono commenti critici sul peso e sul corpo o coinvolte in attività sportive nelle quali la magrezza è valutata e incoraggiata, come ad esempio la danza, il nuoto e la ginnastica.
L’impegno dell’ADEPO è quello di assicurare una corretta informazione, accoglienza e presa in carico delle persone che soffrono di questi problemi e di realizzare percorsi sperimentali, ricerche e programmi operativi per diffondere la cultura della salute, del benessere e migliorare la qualità della vita anche all’interno delle agenzie formative ed in particolare il sistema scolastico.
Gli obiettivi principali sono: promuovere stili di vita positivi, prevenire le dipendenze e le patologie comportamentali ad esse correlate, curare e prevenire obesità e disturbi dell’alimentazione, rispettare e vivere l’ambiente per una migliore qualità della vita, promuovere il volontariato, sostenere la diversità di genere come valore (sessualità, identità, comunicazione e relazione), promuovere l’autoaccettazione, l’autoefficacia e il controllo funzionale delle emozioni. In definitiva un nuovo modo di pensarsi per una nuova cultura dei valori.
Dr. Raffaele Ruocco
Medico Specialista in Scienza dell’Alimentazione, Igiene e Medicina Preventiva
Laureato in Scienze e Tecniche Psicologiche
Esperto in Terapia Cognitivo-Comportamentale per i Disordini dell’Alimentazione e l’Obesità